IL TRAINING AUTOGENO
- trocciolaelisa
- 4 dic 2019
- Tempo di lettura: 4 min
“Il Training Autogeno è come un’ isola deserta in cui ciascuno di noi può rifugiarsi durante la giornata e che serve non tanto per sfuggire alla realtà quotidiana ma per trovare una zona di recupero delle proprie energie, un momento di richiamo delle forze di tutto l’essere, per meglio affrontare la realtà stessa, quando ci procura ansia e uscirne rafforzati e organizzati”
G. .Eberlein

Per comprendere pienamente in che cosa consiste e quale sia lo spirito che anima tale tecnica basta illustrare esattamente cosa si intende per Training Autogeno:
Training – allenamento: attraverso la ripetizione costante degli esercizi si riesce a raggiungere quello che Schultz definiva stato di commutazione autogena, cioè uno stato in cui l’organismo ripristina il suo funzionamento autogeno.
Autogeno - auto (dal greco autos, sé stessi) e da -genous (un suffisso che significa prodotto da e che riflette la parola genesi, creazione) e significa quindi “autogenerato” oppure “creato da noi stessi”.
Il nome fu scelto da Johannes Schultz, un medico tedesco, per descrivere la tecnica originale da lui scoperta e descritta per la prima volta nel 1932 nel libro Das autogene Training.
Il training autogeno insegna a produrre una sensazione di calore e di pesantezza in tutto il tuo corpo, sperimentando così un profondo stato di rilassamento fisico che favorisce sia la salute fisica che la pace mentale.
I principi fondamentali su cui si basa la tecnica dell’ “allenamento autogeno”
1) Il condizionamento classico: ossia un metodo di apprendimento psicologico esposto da I. Pavlov in altri contesti.
Nel training autogeno, attraverso questa forma di apprendimento è possibile ottenere, con la ripetizione degli esercizi, l’associazione tra una formula o un esercizio mentale (inizialmente stimoli neutri e poi stimoli condizionati) ed uno stato psicologico o fisiologico (risposta incondizionata), che diviene una cosiddetta “ risposta condizionata” in seguito alla sperimentazione di tecniche specifiche di concentrazione e autosuggestione in condizioni protette e positive (stimoli incondizionati).
Tale principio - base sottolinea l’importanza di ripetere con costanza l’allenamento agli esercizi nel corso della fase iniziale di “training” e la necessità di favorire fin da principio l’autogenicità nel produrre le risposte agli esercizi, senza creare dipendenza dal trainer o da una voce guida.
2) Concentrazione passiva: Nel contesto della concentrazione passiva indotta dal training autogeno, la persona viene istruita a focalizzarsi esclusivamente sulle sensazioni interne piuttosto che sugli stimoli ambientali.
Il termine "passività" si riferisce ad uno specifico atteggiamento positivo, non negativo.
Consiste nell'adottare un'attitudine permissiva, lasciando semplicemente (si fa per dire) che le sensazioni accadano, senza ostacolarle, acquisendo il ruolo di osservatore piuttosto che di manipolatore.
3) Il principio dell’ ideoplasia: ossia la capacità di un elemento ideativo (cioè un’ immagine, un pensiero o un concetto) di produrre formazioni, cioè modificazioni somatiche, che spiega la possibilità di produrre micromovimenti attraverso una fervida ed allenata capacità di immaginare movimenti muscolari reali.
La caratteristica fondamentale di questo metodo e', appunto, la possibilita' di ottenere, attraverso esercizi che potremmo considerare "mentali", delle reali modifiche corporee, che a loro volta sono in grado di influenzare la sfera psichica dell’individuo.
E' utile a qualsiasi età per trovare giovamento a risolvere problemi legati a
- stress;
- ansia;
- attacchi di panico;
- insonnia;
- stanchezza;
- disturbi psicosomatici;
- cefalea;
- dolori muscolo tensivi.
Indicato anche per:
- un recupero profondo e rapido di energie;
- un diminuzione della percezione del dolore;
- un miglioramento della concentrazione
- della memoria nello studio e nel lavoro;
- la preparazione nelle prestazioni sportive.
Con il Training Autogeno si acquisiscono maggiori sicurezza e fiducia, si è in grado di rimanere più calmi e distesi e diviene possibile scaricare in maniera minore le tensioni sui vari organi, ottenendo efficaci interventi sui disturbi psicosomatici.
Il Training Autogeno non presenta controindicazioni e chiunque, quindi, può trarne beneficio; i settori di applicazione di questa tecnica sono molteplici.
Risulta particolarmente indicato per le persone che per motivi diversi sostengono dei ritmi di vita molto accelerati e stressanti.
Lo stress, rappresenta una seria minaccia per la salute e per il benessere dell'organismo, e può produrre una lunga serie di effetti nocivi, quali l'ansia, l'irritabilità, il calo del desiderio sessuale, il mal di testa, la stanchezza diffusa e così via.
Tutti sintomi che il Training Autogeno permette di prevenire, ridurre ed eliminare.
Il T.A. È consigliato in modo particolare a chi soffre di ansia, attacchi di panico e insonnia.
Gli esercizi-base del Training Autogeno vengono classicamente distinti in 6 esercizi di cui 2 fondamentali e 4 complementari.
1° esercizio
E’ molto utile per superare problemi psicofisici legati a tensioni muscolari che derivano da tensioni emotive
2° esercizio
Serve per alleviare problemi circolatori, in tutti i casi in cui ci sia un problema di ridotto afflusso del sangue alle estremità, aiuta a riscaldare i muscoli e ad aumentare lo stato di rilassamento prodotto dalla pesantezza
3° esercizio
E’ un esercizio molto suggestivo che permette di mettersi in contatto con il proprio ritmo di vita e di quella parte del corpo che simbolicamente deputiamo alle emozioni
4° esercizio
Produce una migliore ossigenazione del sangue e degli organi. E’ importante nel simbolismo respiro=vita
5° esercizio
Aiuta soprattutto chi soffre di problemi digestivi
6° esercizio
Produce una vasocostrizione cerebrale che può essere molto utile per ridurre il mal di testa soprattutto se legato ad un sovraccarico fisico o mentale.




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